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      Nel fatto, la più barbara nazione è stretta nelle sue frontiere dalle armi de' suoi vicini, dalle pesti che diminuiscono le sue genti, dal mare che le rifiuta ogni passaggio, dalla terra che le ricusa i metalli, il ferro, il pane; togliete gli ostacoli, date, come si dice, il tempo al tempo, e la vedrete invadere il globo, dominarlo, costituire l'associazione generale del genere umano. L'unità del genere umano non è un sogno, è l'ipotesi stessa del vostro vivere; noi tutti, sapendolo o ignorandolo, cerchiamo di attuarla; non havvi merce che passando un confine, un trattato che vincolando due popoli, non estenda il dominio dell'umanità; e se vien esteso, a qual termine agogna, se non a quello dell'associazione universale?
      Questo affermo, unicamente fondato sulla rivelazione degli esseri, fatta astrazione dalla rivelazione della vita e della giustizia; quasi che gli uomini fossero automi senza cuore e senza sangue. La rivelazione degli esseri basta sola a trascinarci verso l'umanità, ci spinge ad essa coll'impulso materiale delle invenzioni, delle scoperte, delle arti, dell'industria; scioglie positivamente il dilemma del progresso e del regresso colla serie di sistemi fatalmente generati dal pensiero dominato dalla natura.
      Abbiamo sottratto alla logica l'origine della società, il sistema sociale, il principio che, dato un sistema, si passa a tutti i sistemi possibili; dato il succedersi de' sistemi in un mondo perdurante, si giunge all'umanità. Abbiamo in questa guisa stabilito il principio della filosofia della storia, ci rimane di difenderlo, perchè la logica ci attende al varco, ci assale di continuo, ad ogni tratto ci oppone una tesi che assorbe il nostro vero, e lo fa stare inutilmente sospeso, e ripristinato nelle alternative de' suoi dilemmi.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693