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      E gia inteso che la forza del sistema sociale è interiore, umana, intellettuale; tolte le catastrofi fisiche ed esterne, nessun popolo muore, nessun disordine può turbare il suo progresso. Il progresso del sistema, il corso della tradizione verso l'umanità suppone un dato fisico, che concede ad ogni popolo la terra, il numero degli abitanti, la prosperità, la forza reclamate dallo sue idee e da' suoi dogmi. Le condizioni esterne mancano? I popoli si fermano; e se vengono sacrificati dalla fortuna, le loro tradizioni devono scomparire. Quindi hannovi nazioni in ritardo; il suolo veniva meno agli abitanti delle isole, il ferro all'America, i fiumi mancavano ad alcune parti dell'Asia, le pioggie ai deserti dell'Africa. Hannovi popoli compressi dalla vicinanza di nazioni terribili, altri sorpresi dalle guerre, dalle invasioni nel momento delle loro crisi: il chiedere ad essi che procedano verso l'unità universale torna lo stesso che l'esigere un progresso dagli Atlantidi sommersi negli antichi cataclismi della terra. Al contrario, accordasi il dato fisico supposto da ogni popolo in progresso? accordansi le condizioni reclamate, il suolo, la temperature, i metalli, in una parola i mezzi fisici correlativi alla vita intellettuale? Non solo il popolo sarà immortale, ma dovrà esaurire la serie de' sistemi fino a confondersi coll'umanità. Hannovi adunque disastri nella storia, un popolo può essere conquistato, svenato, sommerso nelle acque; può soffermarsi per più secoli in un sistema da altri popoli a capo di pochi secoli respinto; pure l'umanità trovasi sempre in germe presso ogni nazione, nelle stessa guisa che ogni nazione trovasi in potenza presso ogni famiglia.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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