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      In qual modo un germe potrebbe corrompersi naturalmente? La sua natura lo sollecita a svilupparsi, le cause esterne possono sole paralizzarlo o distruggerlo,
      Se l'antitesi della corruzione è rozza e falsa, in seguito si fa sottile, nessuno la sfugge. Ogni cittadino combatte per un principio, al quale vede vincolata la salute della patria: che accade il giorno in cui la sua fede è vinta? Egli deve credere vinta la patria: deve lodare il tempo antico, gemere sui tempi in cui vive, celebrare i primi legislatori, maledire i novatori; quanto più grande e la loro forza, tanto più terribile si presenta l'avvenire della società. In balia di un falso dato, il cittadino che ha pronunziato una sol volta questa parola: la mia patria si corrompe, non rimane coerente con se stesso finchè non è addotto a intervertire tutte le tesi della nuova civiltà, finchè non ha dato il nome di male ad ogni bene, finchè non ha negato la stessa civiltà, celebrando, come Tacito o Rousseau, i benefizi della barbarie. L'antitesi varia di forma col variar degli eventi e delle fasi sociali, pure riman sempre in sostanza la stessa. Cattolici o filosofi, regii o repubblicani, siamo sempre addotti al dubbio momentaneo che esce dalla doppia apparenza del bene e del male: nè si sfuggirebbe al dubbio senza cessare di esser uomini. Perchè ogni evento non corre a nostro grado, ogni fallo non coincide colla nostra previsione, le grandi guerre nelle quali viviamo suppongono dai due lati grandi sconfitte. Si può sperare, si può sfidare la sorte, si può accettare il martirio; però la cieca fede, sempre plaudente ad ogni evento, quasi fosse una certissima vittoria, un segno evidentissimo di progresso, si confonderebbe coll'idiotismo che celebra i fatti compiuti, e ammette ogni vittoria.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Tacito Rousseau