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      Se possiamo innalzarci alle regioni di un'altissima fatalità, se per astrazione possiamo contemplare il corso della società quasi fosse inevitabile come il corso d' un fiume, nell'azione dobbiamo imputarci scambievolmente il nostro agire, vederlo figlio della libertà; dobbiamo attribuire ad una causa umana le nostre sconfitte; e qual sarà questa causa, se non cercasi nell'egoismo e nelle misere passioni per le quali ci confessiamo degradati?
      Al cospetto della metafisica il dilemma pende tra l'organizzazione e la corruzione della società: se ammettesi che il sistema sociale tende naturalmente a costituirsi, la corruzione diventa impossibile: viceversa, ammessa la corruzione qual tendenza naturale, devesi negare l'organizzazione. Per transire da una tesi all'altra, la metafisica cerca un termine medio: due ne furono proposti, coll'uno imputasi la corruzione alle idee, coll'altro alle passioni.
      Machiavelli rappresenta la prima teoria, che spiega la corruzione colle idee. In sentenza di Machiavelli ogni popolo passa a traverso due epoche, l'una di credulità, l'altra d'incredulità. Nella prima, dice egli, le religioni si formano per ordinare la società, per sottrarre l'individuo al suo naturale egoismo. Nel secondo periodo, la scienza infrange le catene delta superstizione, l'errore utile della religione svanisce, e vinta l'impostura benefica del cullo, l'egoismo riappare per dissolvere la società. Hannovi realmente epoche d'incredulità sociale nella storia? Non se ne trovano: la mera incredulità e un fenomeno individuate come l'impostura; la società sta nella comunanza delle idee, fondasi sui dogmi; non havvi fede sociale che possa venir distrutta senza venir supplita da un'altra fede.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Machiavelli