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      Il secondo espediente col quale la metafisica vuoi conciliare logicamente la generazione e la corruzione del sistema sociale consiste nell'imputare la corruzione alla volontà degli uomini. Questa è la teoria che Vico perfezionava nella Scienza Nuova, dove vedeva i fatti quali offrivansi a Machiavelli; pensava che la fede fonda le società, che l'incredulità le scioglie: era convinto che ogni popolo passa per le due fasi della credulità e della incredulità: ma giudicando le due fasi al rovescio di Machiavelli. Secondo Vico la credulità è santa, l'incredulità empia; la fede fonda la società, l'impostura la distrugge: al primo costituirsi i popoli subiscono il dominio del vero; fidando nell'intelligenza e nel vero, sarebbero immortali; ma le passioni dei popoli inciviliti pervertiscono ls ragione e distruggono i dogmi; la società si perde.Vico dava così la forma di una teoria a tutti i luoghi comuni della retorica, contro il lusso, la mollezza, generati dalle corti, contro le passioni infiammate dal commercio, contro l'egoismo raffinato dalla civiltà. Vedendo crescere l'incivilimento attendevasi ad una dotta barbarie, a una guerra universale, che avrebbe restituita la prima barbarie nel seno delle società moderne. Timori chimerici! Non vi è mai stato un popolo di Messaline e di Tiberii, come mai non vi è stato un popolo che dubitasse della propria esistenza. La volontà generale segue fatalmente l'intelligenza dei popoli, cerca solo il bene, non può vederlo che là dove lo mostrano i dogmi: accusiamo noi un popolo di esser corrotto?


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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