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      Come l'albero, come la quercia, la società tende a svilupparsi; la ghianda cade essa in terreno sterile? al primo germogliare vien essa sradicata dai venti? Perisce senza che la legge colla quale la quercia si sviluppa si trovi falsata.
      I filosofi antichi rendevano ragione dei dei fenomeni della società colla legge della generazione e della corruzione; fermavano l'attenzione sulle circostanze esterne delta patria, e però dovevano trasportare al movimento interno delta società l'idea della nascita e della morte, fornita da tutte le circostanze esterne. Platone subordinava ad un numero misterioso e fatale l'esistenza e la perfezione della repubblica, e doveva prevederne la caduta perchè la repubblica, naturalmente alterandosi, cessava di stare nell'equazione voluta dal fato. Aristotele credeva pure al numero di Platone; e però vedeva in ogni governo giunto all'apice delta perfezione un'opera fragile, presto travolta nel moto generate della vita e della morte, che dispone di tutti gli esseri. Pomponaccio e Vanini affrontavano la storia col mezzo dell'astronomia, subordinavano le rivoluzioni dei popoli a quelle delle sfere, e qui pure il movimento circolare della generazione e della corruzione comunicatasi alla storia, e signoreggiava tutti i popoli per mezzo delle condizioni esterne della loro esistenza. Anche Machiavelli, sedotto a metà dal sistema astronomico di Pomponaccio, trasportava fuori della ragione delle moltitudini l'origine della società che attribuiva ad un miracolo trasmondano e al fatto d'una grande e provvida impostura.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Platone Vanini Machiavelli Pomponaccio