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      Anche in Vico trovasi l'ultima traccia di quest'impulso esterno, che chiede uno scoppio di tuoni, un terribile ardere di fulmini per riscuotere le menti dei primi uomini, e svegliarli al sistema sociale. Tutti poi i filosofi del risorgimento guardavano attoniti alla grande catastrofe dell'impero romano; fermavano l'attenzione sui governi più che sui principj, affrontavano la storia dal lato della politica, della pace, della guerra, delle conquiste; concentravano l'umanità nello Stato, lasciandola così aggirarsi nel circolo fatale della vita e della morte. Pure, se si dimenticano le evoluzioni degli astri, le circostanze materiali, se si pon mente alle idee, il circolo scompare, il progresso appare, e ogni famiglia mostrasi avviata verso lo Stato, ogni Stato verso l'umanità.
      Quanto ai dubbi che ci assalgono al momento delle nostre sconfitte, quando crediamo di decadere, restano compenetrati colle antinomie della fallibilità e dell'infallibilità; la soluzione astratta riproduce le antinomie dell'origine della società, dei criteri del vero; la soluzione positiva sta tutta nel già esposto sulla prima costituzione del sistema sociale.
     
     
     
      Capitolo XX
     
      DELLA FATALITÀ NELLA STORIA DEL GENERE UMANO
     
      La fatalità è l'ultima antitesi che la logica oppone al sistema sociale. Il sistema sociale conduce ogni popolo verso l'umanità; la fatalità tiene in sua balìa tutte le circostanze che dispongono dell'umanità stessa. La fatalità è nel mare, che separa i continenti; nella terra, che rifiuta di nudrire i popoli; nel clima, che li uccide; nella razza, in cui gli istinti trovansi alterati, ammortiti o esaltati.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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