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      Istessamente la ragione dell'animale è simile a quella dell'uomo, viene posseduta o non posseduta, le sue operazioni non ammettono alcuna gradazione, bisogna accordarle o negarle. Voi percepite o non percepite, non havvi mezzo; se l'animale percepisce, percepisce come voi; se conosce il tempo, lo spazio, i generi, li conosce come voi; se giudica, se ragiona, ha la vostra ragione; s'egli è logico, ha la vostra logica. Quindi è razionale quanto voi; automa quanto voi; egli è vostro eguale, e partecipa all'eguaglianza assoluta di tutti gli esseri ragionevoli.
      La differenza tra l'istinto dell'animale e il ritmo dell'uomo consiste in ciò, che il primo è limitato, preciso, infallibile: la precisione dell'istinto fissa in un modo invariabile il valore d'ogni oggetto per ogni animale, per cui la vita presentasi qual problema matematico istantaneamente risolto. Nell'uomo, al contrario, l'istinto rimane indeciso, si muta, si attua lentamente; e ammette una vastissima latitudine nella determinazione dei valori. Il ritmo presentasi quasi una quantità che domina più qualità diverse, vale a dire più sistemi di vizi e di virtù.
      Se la ragione è serva del ritmo, se deve obbedire all'istinto, se deve attuarlo senza mai dominarlo, se per la ragione Tersite non differisce da Ulisse, nè l'animale dall'uomo, a che riducesi il vantato regno della ragione? Si riduce ad una chimera della metafisica, che prende le contraddizioni della vita quali problemi solubili. Per iscioglierli deve stabilire un principio, identificarsi con un dato bene, e creare un'arte di vivere astratta, in cui tutto vien dedotto da una unica volontà, quasi che gli uomini fossero tutti eguali nelle tendenze, negli istinti, nelle vocazioni; quasi che si possa transire logicamente da un bene all'altro bene, da una passione alle altre passioni.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Tersite Ulisse