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      Il regno dell'astratta ragione è il regno dell'impossibile; nessuno vi può vivere; la pianta uomo non vi può germogliare, perchè la logica insulta alla nostra natura, e vi trascura l'immensa varietà degli istinti onde emerge l'umanità. Come seguire gli stoici o i cinici? Antistene o Platone? La metafisica in azione ha messo i filosofi in conflitto coll'umanità.
     
     
     
      Capitolo VI
     
      L'ASPETTATIVA DELL'UOMO
     
      Il ritmo della vita spiega il destino dell'uomo, nella stessa guisa che l'istinto spiega quello dell'animale. I cristiani si domandavano d'onde veniamo? qual'è la nostra missione? qual'è il nostro fine? Rinunciamo al linguaggio dell'antica legge; sono sparite le colonne di fuoco che ci guidarono attraverso al deserto. L'uomo è il solo Dio dell'uomo, e questo Dio risiede nella nostra vita: se non sapessimo qual deve essere la nostra azione, chi potrebbe dirlo? Non abbisogna alcuna voce soprannaturale per insegnarci che i frutti della terra debbono nutrirci, che il braccio è l'istrumento del lavoro, che la donna ci chiama all'opera dell'amore; i valori ci attraggono, s'insignoriscono di noi e il loro sistema è il sistema del nostro destino.
      Per un'ipotesi primitiva ed inesplicabile il ritmo della vita suppone che l'universo corrisponda all'aspettativa dell'uomo: la vita suppone che si può vivere; tale è l'ipotesi generale dell'istinto in tutti gli animali. Ogni animale vive; quasi fosse il re della natura, vuole assimilarla a sè, assorbirla; se gli ostacoli non lo fermassero, la più misera specie, il più meschino arbusto basterebbe per popolare la terra; a capo di qualche secolo un olmo produrrebbe un volume uguale al volume del globo.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Platone Dio Dio