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      Il dí della sconfitta cadono in terra, non havvi più il fatto meccanico esterno che li sostiene; il generale, il liberatore, l'imperatore in cui confidavamo, è sparito: e dopo d'aver proclamata la natura benefica, finiscono a proclamarla ostile, e si lasciano vincere dal fato del loro proprio egoismo
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      La terza soluzione metafisica dell'antinomia tra l'uomo e la natura fu data dai mistici: benchè sia la più assurda, pure cerca la vita là dove si trova I mistici intendono che la logica non può penetrare il secreto della vita nè colla ragione, nè colla sensazione; essi abbandonano il razionalismo ed il materialismo alle contraddizioni eterne della critica; secondo essi, la vita sta nella fede, nei miracoli del cuore, nei trasporti dell'estasi. Al certo è la vita della vita: però i mistici sono metafisici, devono stabilire un principio primo, devono subordinargli in qualche modo tutte le apparenze e bisogna così che un'apparenza regni su tutte le altre. Di là una serie indefinita d'errori. La fede, l'estasi, i rapimenti interiori, dacchè vengono assunti a principj primi, devono mostrarsi esteriormente; i mistici s'arrogano dunque di parlare di quanto è ineffabile. Non potendo adunque render palpabile la fede, il rapimento interiore, in altri termini, non potendo descrivere direttamente il ritmo, ci espongono una data fede, un amore, una vita tutta reale, identificata con un sistema meccanico, con una religione di formule. La loro fede è cattolica o musulmana; la loro estasi è cristiana o buddista.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693