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      Il museo d'anatomia non fu mai considerato qual museo di belle arti. Se la poesia si serve dei fini e dei mezzi, se svolgesi coll'ordine, se ravvicina, allontana e complica a disegno le cause e gli effetti, si è perchè deve essere intelligente, imitare le opere della natura, e in una parola fingere la realtà. Nel mondo hannovi cause ed effetti, e nel mondo imaginario della poesia devonsi trovare le cause e gli effetti. Ma la finalità non ispiega la poesia, non la costituisce; e perchè l'arte si riveli, bisogna che la finalità sia bella, poetica, cioè che presenti un carattere diverso dalla finalità stessa. - Poi dov'è la finalità nel sublime? Esso si svela ne' dirupi, nell'oceano in tempesta, nell'incommensurabile vastità del firmamento, nelle cose che non hanno fine; il sublime non ha scopo, basta a sè stesso. Dov'è la finalità nella tragedia? Ivi manca, ed è precisamente nella catastrofe, nella finalità violata che la poesia tragica splende in tutta la sua grandezza. Dunque la poesia esprime quasi sempre un'azione, e sotto quest'aspetto subisce la legge dell'azione; accetta la necessità dell'ordine, subordina i mezzi allo scopo; ma tutti gli ordini non sono belli, tutte le azioni, anche più meditate, non sono poetiche; la poesia trovasi solo in alcune azioni, in alcune finalità; e se cercasi l'equazione tra la finalità e la poesia, questa trovasi ridotta alla favola, all'abbozzo, allo scheletro su cui si fonda; l'arte è distrutta.
      Lo scopo dell'arte sarebbe forse di commuovere, di eccitare la sensibilità? La metafisica, ridotta a prendere questa formola per render ragione dell'arte, confessa implicitamente la sua impotenza, e non tocca nemmeno all'essenza della poesia.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693