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      Che cosa è dunque la bellezza? È una apparizione corrispondente ai valori: finchè i valori ci attraggono, la vita opera, viviamo; non si pensa al bello, non si contempla: quando cessiamo di agire, e che la vita è in certo modo sospesa, il ritmo ci mostra la vita sotto la forma del bello. Hannovi due sorta di valori per l'uomo in azione; gli uni generali, gli altri speciali. I primi sono quelli determinati a priori dall'istinto e comuni a tutti gli uomini; gli altri presuppongono un sistema sociale, una sintesi di tendenze, di beni, un intreccio d'istinti. Istessamente, perla vita che osserva la vita, hannovi due specie di bellezze, le une generali, umane: gli occhi bastano a discernerle; le altre sono speciali; sono le bellezze istoriche, quelle che si rivelano alla vita, che osserva la vita delle nazioni, dei popoli, delle religioni. Le une sono preliminari, le altre successive.
      Spetta alla vita il contemplare esteticamente la vita: quindi non è possibile insegnare l'arte del bello. Il bello è una specie di tesi senza prova; possiamo indicarlo, dove si mostra più appariscente; questa è la funzione della critica, dell'analisi letteraria, dell'estetica. Si stralcia un poema, si additano le principali sue bellezze; ma la dimostrazione si riduce a un semplice annotamento. Nessuno dirà mai perchè un sonetto di Petrarca è una meraviglia sì perfetta, che il cambiargli una parola sia un profanarlo. Nessuno dirà neppure perchè una composizione è mediocre, difettosa sotto l'aspetto dell'arte; viene disprezzata, ed è giudicata dalla sola espressione del disprezzo.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Petrarca