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      Ho parlato del pazzo per parlare dell'uomo sano di mente: la scienza dei contrari è sempre la stessa; chi conosce la malattia, conosce la salute. Che cosa è dunque l'uomo non alienato di mente? È l'uomo in cui la vita non è viziata; in altri termini, l'uomo che gode del senso comune. Dunque si determina il senso comune colla vita, e non coll'intelligenza. La stessa denominazione di senso comune, di sentimento universale, ci indica che nella vita devesi cercare la salute intellettuale, La perfezione del senso comune chiamasi buon senso, cioè sentimento retto, vita sicura, e naturalmente bene ispirata. Il senso comune ed il buon senso non sono negli assiomi, dove la scuola di Reid voleva cercarli. L'intelligenza, gli assiomi, la ragione, sono gli istromenti della vita, del senso comune, del buon senso, del sistema mistico. Trovansi egualmente dominati dal pazzo e dal savio: il pazzo ragiona, accetta gli assiomi, è sottile, ingegnoso, può essere sublime; quanto gli manca si è la rettitudine del senso interiore, la regolarità della rivelazione vitale. I suoi istinti sono falsati, egli falsa tutti gli interessi, tutti i valori: la falsificazione lo getta in un mondo imaginario; non può più intenderci; le comunicazioni tra i due mondi sono intercette, non dall'errore, non dall'intenzione perversa, ma da un che d'inevitabile e di fatale nella vita. Istessamente noi abbiamo la nostra ragione; perchè? Non possiam dirlo. Noi saremo Buddisti, Mussulmani, Cristiani; crederemo ai dogmi più opposti, ai principj più contraddittorj; pure ci riconosciamo tutti vicendevolmente il senso comune, ogni qualvolta noi riconosciamo la realtà del ritmo vitale.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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