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      Promettete voi la sintesi delle contraddizioni critiche della società? È fatta, trovasi nel fatto, nelle instituzioni sociali, e convien riconoscere che viviamo nel migliore de' mondi possibili.
      Per trovare un'uscita, Proudhon è forzato di tramutare l'antinomia della proprietà e della comunanza nelle antinomie della rendita, emergenti da una serie di antinomie economiche. Quali sono le nuove contraddizioni sostituite alle prime? Sono antinomie astratte. Eccone alcuni esempi: la divisione del lavoro fu utile, perfezionò l'industria; ora opprime l'operaio, lo condanna all'idiotismo di una funzione unica: dunque la divisione del lavoro è utile e dannosa. L'invenzione delle macchine fu un soccorso portentoso dato al braccio dell'uomo, ora rende inutile l'operaio, lo caccia dalle fabbriche, lo getta sulla via: dunque l'invenzione delle macchine è utile e malefica. La banca fu il felice trovato che semplificava e facilitava la circolazione, ora è privilegio di pochi, è monopolio di alcuni banchieri, ferma la circolazione: dunque la banca è utile e tirannica. Così di ogni trovato. Che ne deriva? Che Proudhon scambia le vere antinomie della proprietà e della comunanza con antinomie astratte, artificiali, non afferrate nella realtà, non emergenti dal fondo delle cose. Proudhon fa dell'uso della macchina un'essere imaginario; quest'uso è utile al proprietario della macchina, nocivo all'operaio; benefico per voi, malefico per me: quindi Proudhon chiama l'uso utile e dannoso, benefico e malefico, contraddittorio: istessamente conclude che le banche, che la divisione del lavoro sono buone e cattive: ciò accade altresì dell'uso della spada, del cannone, del vino, del pane, d'ogni cosa, sempre utile a chi ne usa, dannosa a chi ne abusa.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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