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      Volete esser conservatore? sia; conservate lo Stato, resistete all'innovazione, difendete l'ordine; l'ordine è bene per ciò solo che è; ma col difenderlo combattete il progresso, la morale, l'umanità nascente; giunge il momento in cui siete nemico del genere umano, e in pari tempo se vi rimanete nell'astrattezza dell'ordine, se persistete nel combattere, se state fermo, impavidum ferient ruinae; la logica trarrà il sublime dall'infamia, che combatte la morale. Volete esser clemente? La logica vi mostrerà che non sarete rispettato, che la giustizia non è vostra proprietà, che non ne siete padrone, che è cosa dello Stato, che la legge deve essere osservata, che chi lascia la legge impotente distrugge la giustizia, la quale non ammette gradi: quindi la clemenza negata, l'equità negata, il giudaismo del summum ius che trionfa, e il summus ius che guida alla somma ingiuria.
      In somma, fuori del rivelato non v'ha guida, nè posa; tutto ondeggia tra i contrari, tutto scorre tra le antitesi: accettiamo la rivelazione: fuori di essa non v'ha, non vi sarà mai il nesso che congiunge nei governi l'utile col giusto. Da una parte l'utile ha sempre creato ogni governo: la forza ha sempre disposto delle cose e degli uomini: chi vorrebbe, chi potrebbe governare uno Stato se non avesse la forza, le armi, le ricchezze necessarie per mantenersi? La forza è all'origine di tutto; le conquiste, le guerre hanno predisposto ogni Stato. Ogni individuo trova nel suo organismo la forza primitiva, il dato che lo fa essere quello che è; ingegnoso o debole di mente, fermo o pieghevole, facile all'ira o paziente per natura.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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