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      Ma se rinunziate alla guerra, se volete che l'umanità sorga dalla pace, che sorgerà dalla pace se non l'opera della santa alleanza, collo statu quo desiderato dai ricchi e dai patrizi? Chi muterà la geografia politica della cristianità, l'equilibrio dei tranelli, delle insidie e dell'oppressione se nessuno vi pon mano? D'altra parte. si dice: la guerra!... tesi troppo necessaria: i tre quarti della terra sono nelle mani dei barbari, i tre quarti dall'Europa sono nelle mani dei signori, che comandano dappertutto. Siamo ancora condannati alla guerra, precisamente perchè proponiamo la pace. Ma se la guerra non è preparata, se la libertà: non è assicurata all'interno, se il popolo liberatore non è libero, se i combattenti sono schiavi di mente, se hanno il nemico interno minaccioso alle spalle, se chi precipita la guerra desidera la sconfitta, se spingonsi i popoli sul campo di battaglia perdè dimentichino la rivoluzione, come accadeva in Francia nel 92, in Italia nel 48, allora accetterete voi il tradimento della guerra? La tesi metafisica che lo invoca dà ragione all'antica società, perchè cerca la nuova società non nei principj, non nelle idee, non nel rinnovamento dell'uomo vitale e morale, ma negli espedienti, nelle finzioni, nei miseri cavllli del martirio, del caso, dell'esempio; e la vittoria resta al nemico. Atteniamoci alla rivelazione, al fatto, ai motivi reali o positivi; la guerra è come la spada ottima e pessima, d'impaccio e di difesa, e nella sua astrattezza rimane sospesa tra il sì e il no, variamente concetta nei diversi sistemi tutti impotenti.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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