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      Nel medio-evo la magia, sorgendo dalle tradizioni pagane ed imitando il cristianesimo nel suo sviluppo, dava anch'essa la prova del delirio alle sue dottrine. Andavasi al convegno delle fate; e chi non potrebbe andarvi? Le porte della tregenda sono ancora spalancate, non havvi alcuno che non possa prender parte alla festa, basta prendere l'oppio, l'haschisch o la belladonna. Pietro de Lancre ci ha trasmessa la ricetta del diavolo, dove si trovano la cicuta, il giusquiamo, lo stramonio, la mandragora, il solastro furioso, il corniolo sanguigno, cioè le sostanze in oggi riconosciute le più atte a riprodurre la visione. L'iniziato si ubbriacava, credeva di andare in tregenda; la sua fede nelle fate si confermava con una prova assolutamente materiale: come poteva dubitare della tregenda, poichè vi si portava? I deliri delle pitonesse, i sogni nelle sacre caverne non avevano altra origine che il desiderio di entrare nel regno dei miti, e il mistero inesplicabile di una natura antimeccanica che si rivela in noi quando sono sollecitate le forze della vita. E noto che presso i barbari, si rispettano i pazzi come innocenti che Dio protegge; essi sono visitati dalla visione, sono supposti in rapporto col mondo dei misteri. In somma la prova del soprannaturale si compie nel sogno, nell'ebbrezza, nel sonnambulismo, nell'allucinazione e nella visione, e l'uomo, trasportando fuori di sè la propria ragione, la rende ebbra, vaneggiante, visionaria.
      La menzogna avvalora tutte le rivelazioni soprannaturali.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Lancre Dio