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      Nel secolo decimottavo accusavansi troppo i sacerdoti d'impostura; non s'intendeva a dovere la fatalitā dell'errore religioso; in oggi, per un eccesso opposto, si giustificano le religioni, e i filosofi son troppo riconciliati coll'errore. La menzogna ha regnato lungo tempo sul genere umano, regna ancora, ha sostenuto una parte in tutte le religioni; presso gli antichi gli oracoli attestano l'impostura permanente dei sacerdoti: quando nascondevansi dietro gli idoli, quando li facevano parlare, quando ingrossavano la voce coi tubi, potevasi dire che essi medesimi fossero illusi da un errore involontario? Se a Dodona, se altrove l'ebbrezza poteva ingannare gli stessi sacerdoti, l'impostura č patente nel mondo antico, gli auguri non potevano incontrarsi senza sorridere, dappertutto la menzogna compiva l'opera dell'analogia e dell'allucinazione.
      Il buddismo, il cristianesimo e il maomettismo sono tre religioni senza oracoli, senza auguri; gli artifizi dell'impostura non vi si ritrovano. Escludono esse la menzogna? No: la finzione segue i miti, nč puō dividersi dal miracolo; non si trasporta a Loreto la casa della Vergine, se l'errore non č sussidiato dalla finzione; non si fa liquefare il sangue di san Gennaro, se la fede non ha complice l'inganno; non si scrive la biografia di santa Filomena, se lo scrittore non perfeziona la leggenda coll'impostura. Ministro dell'errore, il sacerdote č condannato ad illudere suo malgrado. Ogni religione ha i suoi avversari, ogni santuario ha i suoi nemici, ogni chiesa č necessariamente militante; i miracoli sorgono spontanei nell'imaginazione del credente e se il teologo non li accetta, se disinganna il popolo, dā ragione al nemico, la religione pericola.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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