Pagina (586/693)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La maledizione cessa, ma negli eletti; cessa, ma la giustizia č grazia, favore; cessa, ma la libertā degli eletti č ordinata nel vuoto de' cieli; cessa, ma l'eletto vive di martirio sulla terra, vive nemico di sč, imitatore del supplizio di Cristo, carnefice d'ogni suo istinto; e se per un istante si ricorda d'esser uomo, č perduto per sempre, č vittima di Jehovah e di Cristo, unanimi nel furore e nella vendetta. Cristo deserta la causa degli oppressi nell'atto stesso che la difende: lascia la terra a Cesare, ai conquistatori, ai barbari; non offre altro al povero che la derisione del pane eucaristico; lo santifica, ma lo abbandona affamato alle porte de' palazzi; gli dā a bevere il proprio sangue versato dal padre, perchč lasci versare il suo sangue da ogni tiranno. Se Cristo č luce, la sua luce sorge per illuminare l'ingiustizia della terra, senza toglierla, senza alterarla. Quindi i primi cristiani vivono nell'aspettativa del millennio, s'attendono alla fine del mondo, alla risurrezione dei corpi; non pensano ad altro. Quindi i Padri della chiesa son intesi a combattere il lusso, la ricchezza, la potenza, la scienza; muovono guerra indistintamente, confusamente a tutte le cose della terra; vogliono che si viva imitando il suicidio di Cristo. Quindi le virtų monacali de' primi tempi; perpetuate poscia nei conventi, nel celibato; virtų da insensati, che abbandonano la causa degli oppressi per lasciare pių liberi gli oppressori. La chiesa non apporta nel mondo alcun principio liberatore, abbandona tutto al caso, non sa ordinare sč stessa senza copiare il mondo antico.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Cristo Jehovah Cristo Cesare Cristo Padri Cristo