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      Nel fatto, la religione è positiva quanto la scienza, è una falsa fisica, pure è una fisica; è una falsa storia, pure è una storia; scioglie quindi un problema fisico, un problema storico; in altri termini, un problema sociale, determinando ad un tempo l'essere, la vita, la morale. La metafisica che assale la religione, l'assale dal di fuori, trascendendo il problema stesso della religione. Negherà Dio perchè dubita del tempo, dello spazio, del mondo; negherà il libro sacro perchè nega l'esistenza delle cose esteriori; introdurrà un'eresia nel culto perchè sfugge con una astrattezza alle contraddizioni dell'individuo e del genere. La fisica, la storia non raccolgono alcun profitto immediato dall'assalto, e il metafisico rimane senza influenza, la sua eresia, la sua incredulità restano trascendenti. Se la metafisica giova, si è che cessa di essere metafisica, diviene scienza, oppone fatti a fatti; il filosofo è cittadino, il metafisico è uomo, il sofista è scienziato; vive della vita generale, obbliga quindi le sue astrazioni a proclamare la verità della scienza. Sia la metafisica vera metafisica la più ardita tra le sue rivoluzioni non toccherà all'impero della religione, Empedocle potrà restare pontefice, Malebranche potrà credere alla Bibbia. Rimanendo in presenza delle contraddizioni eterne, non si sfiora il fatto, non si dan soluzioni che tocchino il fatto; il falso metafisico, spostando ogni cosa, non sposta la fisica, nè la storia, agendo nihil agit.
      Il metafisico trovasi isolato anche dal proprio procedere.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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