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      I filosofi possono dedurre logicamente l'uomo nuovo dall'uomo antico; la famiglia, la patria, la casta dell'antico mondo si riproducono nella prima metafisica; un fato feroce: armato d'astrazioni, si sostituisce al regno degli. Il filosofo vuole imitare i conquistatori, l'uomo redento vuo, essere signore. In qual modo? La metafisica consiglia un inganno. Si opera ordinando un doppio insegnamento, l'uno pubblico, l'altro secreto; l'uno interiore, l'altro esteriore. In pubblico la filosofia è pagana, in secreto è libera; in pubblico venera gli Dei, in secreto li disprezza; in pubblico si collega coi conquistatori, coi regnanti; nelle congreghe occulte cospira, ordisce la comunanza degli uomini, tradisce i propri alleati. Chi profitta della finzione metafisica? I pontefici, i conquistatori. Pitagora, il più libero degli antichi filosofi, fonda il più sacerdotale tra gli istituti; Pitagora rispetta gli Dei, il collegio dei pitagorici è un'aristocrazia di impostori, l'antica società sussiste di diritto e di fatto. Che accadrà dei redenti? I pitagorici sono isolati dalla fatalità della metafisica; come filosofi, combattono la religione; come signori, opprimono il popolo; sono sospetti, sono al bando della proprietà e della religione, del popolo e de' signori: e un giorno i signori della metafisica soccombono a un'insurrezione universale. Nessuno de' pitagorici scampa alla strage.
      La natura aveva traditi i filosofi, avevali tratti colla forza dell'affetto alla famiglia, avevali tratti colla forza della famiglia a costituire una casta, ad essere signori.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Pitagora