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      Si sviluppa senza prodigi, senza magia, riduce l'intervento divino a una semplice apparizione, a un sogno: schiva i castelli, le cattedrali, le croci, i cimiteri, gli spettri e quanto richiama il feudo e la chiesa. Là dove regna la fede, il classicismo non può penetrare; è sconosciuto nell'antichità che cantava le proprie credenze, estraneo nel medio-evo riservato a Dante, si propaga difficilmente in Germania, in Inghilterra, dove ferve il protestantismo ed è sbandito dalla Spagna assolutamente cattolica. Il classicismo suppone il cristianesimo respinto dalla vita, e non combattuto dal pensiero; quando è combattuto, il poeta rientra immediatamente nel suo secolo, nella sua patria; non si cela nell'astratto, non evoca divinità più antiche, non fugge Jehovah invocando Giove. Brevemente, nel classicismo la vita vuol discendere dal cielo, e s'arresta nel falso perchè non vede ancora la terra.
      La metafisica del risorgimento s'impadronì dell'equivoco classico; risorgendo colle contraddizioni eterne disegnò una religione astratta, che poteva essere cristiana e pagana. Quale ne fu il successo? dobbiamo interrogare Petrarca, che scrive di filosofia? Sarebbe crudeltà; il cantore della vita rende ortodossi gli antichi; Cicerone fatto cattolico, celebra la grandezza e l'umiltà, la gloria e l'oscurità; nella stessa pagina, nella stessa linea ammira Cesare e Bruto, dirige pompose felicitazioni ai principi, ai tiranni, ai signori, ai cospiratori che si scannano a vicenda; è l'amico di Francesco Carrara che assassinava lo zio, è l'amico di Matteo Visconti, poi di Giovanni e Galeazzo che avvelenavano Matteo, è l'amico di Bernabò Visconti, poi di Galeazzo che tradiva e imprigionava Bernabò, è l'amico di Cola di Rienzi che insorge contro il papa, del papa che imprigiona Cola di Rienzi; guelfo, vive protetto dai ghibellini e la sua filosofia è dedicata al traditore Correggio.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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