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      Ma l'inazione č impossibile, ma il non intervento č assurdo, ma la libertā isolata d'ogni popolo č finzione giuridica: tutti i popoli si collegano coll'industria, col commercio, colla religione o coll'irreligione. Che farā Luigi Filippo? Segue inversamente la politica di Napoleone; vien detto il Napoleone della pace, e per sua sventura deve spiegarsi pubblicamente, sfoggiare alla tribuna la sua sapienza, confessare il suo secreto, giā indovinato da tutti. Egli lusinga i popoli ed i re, rispetta ogni fatto compito, ogni successo felice; č il re dell'occasione, della circostanza, dell'opportunitā; concilia, tergiversa, transige, ma pubblicamente, dinanzi a tutti, e trovasi esecrato dai popoli, sospetto ai re; progredisce alla sua maniera, or cedendo alt' Inghilterra, ora ingannandola, ora minacciando, ora disarmando,
      Luigi Filippo regna diciotto anni: evita con massima cura i falli de' tre monarchi destituiti dalla rivoluzione: non tradisce come Luigi XVI; non s'avventura colla guerra, come Napoleone; non viola la carta, come Carlo X. Fino all'ultimo momento discute, sostiene la parte del regio ilota; e cade fulminato dalla rivoluzione del disprezzo, cade d'improvviso senza saper come. Era dittatore, e credevasi re.
     
     
     
      Capitolo VI
     
      IL GOVERNO DELLA LIBERTĀ
     
      I nostri veri nemici non sono pių nč marchesi, nč principi, nč re, ma si chiamano tutti cittadini e sono borghesi che vegliano spietatamente alla difesa della proprietā e della religione. La sera del 24 febbraio Parigi era triste; le vie dei ricchi quartieri erano deserte; la borghesia sentiva che, espulso Luigi Filippo, diveniva imminente la rivoluzione del povero.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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