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      La teoria del lusso è la prima riabilitazione scientifica e pratica dell'industria e del commercio; essa nasce negli scritti mezzo politici, mezzo morali della scuola di Hobbes e di Mandeville, e dice alla società teologica e feudale: «Voi predicate l'evangelio; orbene, l'evangelio ci ruina, le sue virtù sono flagelli; se fossero praticate, il commercio e l'industria svanirebbero: voi ci accusate di essere -viziosi, vogliam esserlo; e guai se non lo fossimo; morremmo di fame. ci accusate di sciogliere la società, noi la vincoliamo alla terra e la togliamo al cielo con tutte le forze dei nostri istinti e dei nostri vizi». La teoria, a primo aspetto immorale, vuol la plebe attiva, gli confida la società, incoraggia il lavoro, e l'incoraggia con un vero assalto contro l'antico riparto de' beni. «Signori», dice, «spendete, siate viziosi, dissipate il vostro, ruinatevi, sarete altrettanti benefattori del genere umano». Poi sopravviene il sistema mercantile, e l'invettiva paradossale divien scienza: il sistema mercantile conclude: che convien proteggere l'industria e il commercio; conviene che lo Stato assicuri loro un vantaggio: e chi lo pagherà? Il ricco. Perlochè resta stabilito che il ricco sarà tenuto di preferire l'industria nazionale,di stipendiarla, di pagarle un tributo. Questo è il primo sistema sulla ricchezza e che cosa suppone? Che la proprietà debba cedere all'industria; che il ricco deve cedere al povero.
      Giunge un secondo sistema, quello di Quesnay, del libero scambio; mi sia lecito riassumerlo in due parole.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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