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      Quesnay dice: qual'č il risultato delle leggi proibitive, con cui avete protetta l'industria nazionale? Fu di assicurare al negozianti, ai fabbricanti un premio sui loro prodotti; colle leggi proibitive si costringe il ricco a comperare a doppio prezzo a Parigi una merce che potrebbe far venire da Londra a metą del prezzo; colle leggi proibitive si esagerano i prezzi per arricchire una sola classe della societą. Qual'č il risultato dell'esagerazione dei prezzi? Č la ruina del ricco, e quindi la ruina della stessa industria. Quesnay propone a dunque una gran transazione tra la proprietą e l'industria; e questa transazione costituisce la sua teoria, la quale necessariamente si divide in due parti, l'una relativa alla proprietą, l'altra all'industria.
      La prima teoria di Quesnay considera la proprietą territoriale quale unica sorgente di tutte le ricchezze. Le merci, secondo Quesnay, non sono altro che prodotti agricoli manifatturati; senza terra non havvi prodotto, non manifattura, non lavoro, nč ricchezza alcuna. I proprietari soli sono i ricchi: padroni dei suolo e di tutte le produzioni, comandano il lavoro; il commercio, l'industria sono in balia dei proprietari: tolto il ricco, č tolto il compratore, le merci non hanno pił valore, il commercio pił non ha scopo. La societą si fonda adunque sulla proprietą; solo il proprietario appartiene alla patria; il mercante non ha patria; chi non č proprietario č un salariato, un uomo per sč sterile. Questa č l'antica teoria: dą per conseguenza, che il sovrano non č tale se non perchč signore del suolo.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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