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      I fisiocratici difendono i proprietari con tutte le ragioni che nobilitano l'agricoltore. Essi vogliono ignorare che il proprietario è il gran signore, il nobile, il cortigiano, l'ozioso; essi vogliono ignorare che il tipo dei proprietario è l'uomo che non ha mai visti i suoi campi, e che ne trae una rendita senza lavoro, senza cure, senza spese, senza vigilanza; essi affettano d'ignorare che chiamasi pessima proprietà quella che reclama cure assidue, una rigida vigilanza, la presenza del proprietario. Essi vedono solo l'agricoltore, non l'affittaiuolo, non il paesano, non l'operaio della campagna oppressi dal proprietario, e tanto più infelici, quanto più il proprietario è felice. Quesnay e i suoi discepoli si creano un proprietario astratto, un Cincinnato imaginario, un essere di regione che abbraccia le due classi ostili de' proprietari e degli agricoltori; e, grazie all'equivoco, giustificano l'antico regime colle proprietà, e la proprietà colle ragioni che difendono l'artefice.
      Non si può rimanere nell'equivoco; ed ecco Adamo Smith che si toglie alle contraddizioni di Quesnay. Smith trascura la reazione, e sviluppa la rivoluzione fisiocratica: in sua sentenza non è la proprietà che crea la ricchezza, è il lavoro: solo il lavoro è principio d'ogni ricchezza, solo è produttivo; tolto il lavoro dell'agricoltura, del commercio, dell'industria, i campi, le merci non hanno più valore alcuno. Quindi la classe produttiva è quella che lavora, la classe sterile, inutile, improduttiva è quella che non lavora, che vive oziando.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Cincinnato Adamo Smith Quesnay