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      Sarą commentatore come Ficino o sapiente come Galileo, ma abbandonato a sč stesso senza libri, senza marmi, senza compassi, senza spettatori, senza un teatro qualsiasi non si sostiene: abituato agli ondeggiamenti dell'Italia, inspirato dall'arte e dalla tradizione nazionale di cui sente il palpito, potrą giungere per cento vie alla gloria della poesia a raggiungere l'ultimo termine della malizia nelle regioni della politica, ma i suoi meriti non gli consentono di analizzare per la prima volta le rivoluzioni del genere umano,
      Gią voi sapete che Roma regna silenziosamente, che non produce ma ordina, non crea ma conserva, non spinge ma trattiene, non ammettendo che i concetti accessibili all'immensa, all'immane maggioranza del genere umano. Dalla caduta dei Cesari essa non ha mai prodotto nč un filosofo, nč uno scrittore politico, nč mai conobbe la libertą dei scismi e delle eresie: ivi un uomo solo parla, e porta il peso del mondo.
      Ma nel regno che č feudo suo, nel regno dove egli stende l'avida mano senza che mai possa tramutare l'alto suo dominio in vero governo; nel regno dove la sovranitą freme fino dai tempi di Federico II con ambizione universale, nel regno dove la libertą tenne aperte le sue camere fin sotto la Spagna, e dove il genio della speculazione quasi contemporaneo della terra per l'antichitą sua, rinasce ad ogni tratto con filosofi cosmopoliti, portando la sfida al pontefice; ivi sotto un cielo eternamente sereno, dinanzi a cittą che la natura distrugge, e che la mano dell'uomo ostinatamente rialza ad ogni tratto, ivi dico rendesi quasi visibile all'occhio, il lentissimo moto delle nazioni, in quella guisa, che negli stretti anche il semplice passaggiero si accorge della convessitą del mare.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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