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      .. E coll'esperienza conobbi esser verissimo, che tutte le conoscenze non men metafisiche che fisiche, e quanto gli uomini apprendeano riguardando questa gran fabbrica del mondo, doveano indirizzarlo alla morale, la quale perciņ in quella filosofia c'insegnava nell'ultimo luogo a servirsene non per altro fine se non per ben dirigere nella loro vita morale sue opere, suo andamento e costumi".
      Da quell'istante il suo corso č rapido; legge Lucrezio che gli espone gli atomi, scorre Sesto Empirico che meglio gli insegna i misteri del dubbio, lo vedete alle lezioni mediche del CiriIlo che gli mostra nel cervello "come nascano gli insogni, le illusioni ed altri vani fantasmi e spettri "; lo scorgete nel gabinetto anatomico di Porzio, dove inclinato sui cadaveri cerca come l'anima stia nei misteri del corpo. Nello stesso tempo la letteratura tocca le sue labbra col fuoco sacro di Dante, di Petrarca; impara a parlare; Guicciardini, e sopratutto Macchiavelli, i due sommi increduli del secolo XVI, gli danno il dono della favella.
      Chiare sono le sue memorie: la vocazione l'ha tratto verso Gassendi, verso i medici; l'ha incatenato al mondo fisico; se un'altra rivelazione si manifesta nel mondo delle idee, se un altro ardire puņ chiamare la filosofia fra gli assiomi di una matematica intellettuale, se inevitabili contrasti svelano poi un mondo astratto dove pił indulgente si fa l'animo ai culti, deve Giannone rimanere nella sua via, non distrarsi in altre ammirazioni, nč lasciarsi trascinare da una parte avversa a quella impartitagli dai dati del mondo sensibile.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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