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      E quando incontra sant'Agostino, non gli basta resistere, ma spinge la resistenza fino a ferire Platone. "Ammirava, dic'egli, il suo ingegno nelle cose filosofiche, ma sembravami che l'esser troppo attaccato alle splendide idee di Platone gli avesse alterato l'intelletto e resolo sottil metafisico, e la sua prima professione di rettorico l'avesse pur troppo reso amante di contrapposti e di fredde antitesi solite per altro di cervelli africani come di strane e ardite metafore ".
      Più potente e più logico, Descartes lo obbliga a dubitare di Epicuro e di Gassendi; ma può forse fargli accettare la rivelazione del pensiero o quella dell'essere che sta al fondo d'ogni essere reale o concetto? No; solo egli accetta quanto chiede, il principio da lui rappresentato; solo egli adotta la riflessioni di Descartes sulle nostre passioni, sulla natura infelicemente corporea de' nostri sentimenti e sull'estrema necessità di emanciparci ad ogni costo da ogni autorità. "Questi studii di Descartes, sono le sue parole, mi fecero davvero comprendere il nostro basso essere umano, e quale miserabilissima parte noi siamo riguardando questo mondo e tutto l'ampio universo. Mi scoprirono un'altra verità cotanto da Cartesio stesso predicata, che in filosofia niuno deve astringersi a militare sotto un particolar duce, ma l'unica sua scorta e guida, investigando le opere stupende di natura, deve essere la sola ragione e l'esperienza. E d'allora in poi stimai leggerezza e vanità il seguitare il partito di Gassendi o di Cartesio".


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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