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      Agli estinti solo succedono i viventi, e il passato cade nel nulla, e l'imaginazione umana oltrepassando questo concetto resta nel nulla. - Prendete Erodoto "che meritamente dicesi padre della greca istoria, non altro concetto vi rappresenta in quegli antichi popoli de' quali ragiona che di regno terreno, e sebbene mescoli gli dèi, gli oracoli e la Pizia colle cose umane nulla di manco non si promettevano altro da alcun nume se non felicità mondane e che gli scampassero da' flagelli, miserie e tutte altre calamità terrene ......".
      Che diremo noi dei Romani? Tito Livio toglie ogni dubbio sul senso mondano della loro religione. Che chiedevano essi alle Pizie, agli indovini, agli oracoli, se non conquiste, vittorie, felicità terrestri? Perchè consultavansi gli auguri e gli aruspici, se non per conoscere l'avvenire della vita civile? A che tante ecatombe, tanti altari, sì splendidi culti, se non per rendersi propizie le divinità dell'amore, delle nozze, della guerra, della pace, delle merci, di ogni più minuta particolarità della vita terrestre? S. Agostino non oppone forse chiaramente la città di Dio alla città dei Romani? Non l'avevano essi innalzata per fondare il più grande tra i regni terreni? Le loro virtù, le loro glorie, ogni loro merito non era forse terreno? Secondo lo stesso padre della chiesa latina, Dio avea loro concesso tante prosperità materiali per ricompensare un valore che non ammetteva alcun premio celeste. Anch'essi adunque professavano i principj degli Ebrei alla ricerca della terra promessa. dei Greci alla conquista di Troja, e degli Egizj che innalzavano i loro monumenti per sfidare la morte che giunge col tempo.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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