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      A torto dunque, secondo Giannone, distinguono i cartesiani l'anima dal corpo, a torto riproducono essi nelle loro astrazioni questa doppia teoria della chiesa, a torto distinguono il nostro essere in due esseri opposti e queste idee sono al certo esposte nei capi III, IV, V della seconda parte del Regno Terrestre consacrata alla confutazione di Descartes. Il primo di essi parla del "nuovo sistema di Cartesio intorno all'origine del mondo, formazione dell'uomo e natura di questo spirito." Al certo qui si vuole che sia uno spirito materiale. Nell'altro tratta "della formazione dell'uomo secondo l'ipotesi di Cartesio." Voi la conoscete.
      L'ultimo capo tratta "della distinzione fatta nell'uomo di sostanza estesa e di sostanza cogitante della quale volle Cartesio che fosse composto". Il senso di questo titolo è chiaro ed esclude apertamente le due nature colle quali i cartesiani fortificavano i due mondi del cristianesimo.
      Giannone non ammette che la vita universale e la materia prima cioè l'anima del mondo di Gassendi, e gli atomi di Epicuro. Ma egli non s'inoltra nella metafisica, e si limita all'assunto suo di mostrare che la testimonianza positiva della Bibbia, le dichiarazioni dei filosofi, le opinioni stesse dei santi padri che accusavano i pagani di essere materiali, affezionati alla terra, ed ostinati nella ricerca di beni effimeri, le opinioni di altri padri ancora nella persuasione che l'anima fosse d'etere e di fuoco a dispetto del suo nuovo destino, tutto cospirava ad imprigionare nel mondo il primo moto del genere umano ed a renderlo obbediente alle più vere suggestioni della natura.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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