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      Qual č questo nuovo regno?
      Notate, o signori, che Giannone non declina mai lo sguardo dal pontefice romano; che sempre gli chiede conto dei suoi dogmi e delle sue credenze, sempre ne legge il catechismo, rivolgendone le interrogazioni a' suoi predecessori; e in quel modo che egli domandava a Mosč se professava la dottrina di Roma, chiede pure a G. Cristo ed agli Apostoli se il cielo da loro annunziato č quello dei cardinali, dei vescovi e dei prelati dell'orbe cattolico. Pertanto stabilisce egli giuridicamente la sua inchiesta sul regno annunziato dal Vangelo domandando: qual ne č la natura? In qual luogo si trova? Come potremo pervenirvi? Quando ne saranno aperte le porte? Qual č il fine dell'uomo? Quali saranno le nostre felicitą, i nostri compagni, le nostre occupazioni? Innanzi tutto, il cielo dei primi cristiani sarą un regno che G. Cristo governerą co' suoi dodici Apostoli, all'imitazione di Davide che governava la terra promessa coi dodici capi delle tribł d'Israele. Secondo S.Giovanni, gli uomini non vi contrarranno nozze, non avranno alcun commercio colle donne, non morranno mai, e vi si troveranno come gli angeli e i figli di Dio. Neque nubent, neque ducent uxores, neque enim ultra mori poteant, ęguales enim sunt angelis et filiis dei. San Marco dice ancora, che fruiranno della cognizione di Dio comprendendo l'ordine universale, e S. Pietro soggiunge che parteciperanno della natura di Dio conoscendo il bene ed il male, consortes naturę divinę, scientes bonum et malum.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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