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      .., e a che servirebbe allora di battezzare i morti?" Battezzavansi persino i morti per assicurare il loro ritorno. S. Giustino apertamente dice, che chi nega la resurrezione e afferma l'ascensione immediata delle anime in cielo non merita il nome di cristiano; la stessa idea si trova variamente confermata da Tertulliano, da Cipriano, da S. Agostino, dai simboli delle Chiese di Gerusalemme, di Alessandria, di Roma: non una testimonianza per la contraria sentenza.
      Finchč i cristiani credono alla risurrezione, finchč vivono nell'aspettativa del giudizio universale, sono essi veramente i seguaci del Dio che succede agli dęi e del paradiso che sottentra all'Olimpo. La fede č profonda, la predicazione efficace, i sacrificj istantanei ed illimitati; ma in quel modo che la religione di Mosč e degli Egizj aveva lasciato vagare fuori delle tombe le anime, che finivano per corromperla e rovesciarla, anche il cristianesimo incontra i poeti e i filosofi deliberati a comprometterlo ed a straziarlo a forza di finzioni e di cavilli. Gesų Cristo e S. Paolo deludevano di continuo l'irrequieta curiositā dei credenti; ad ogni istante si sforzavano di reprimere col mistero e col silenzio le inchieste sulla natura del cielo, sul processo con cui Dio vi avrebbe trasportati i nostri corpi, sui posti da distribuirsi ai pių meritevoli, sull'ora precisa della trasfigurazione universale; bisognava che la religione stesse trincerata nel suo dogma, ferma nei suoi fatti sopranaturali, e che la sua storia futura fosse accettata come la passata, cioč senza interrogazioni scientifiche sulle vie della provvidenza.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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