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      Nelle chiese primitive seguivasi il precetto giudaico di non ammettere nè pitture nè simulacri di specie alcuna, e S. Epifanio èrasi sdegnato di vedere una bandiera dipinta alla porta di una chiesa di Oriente, e la strappava colle proprie mani quasi fosse una. profanazione. Pure verso la metà del IV secolo si adornano le chiese; S. Paolino da Nola vi introduce alcune pitture d'altronde meramente istoriche e descrittive, come l'espulsione dal paradiso terrestre e il sacrifizio di Abramo; altri imitano S. Paolino, o cedono al medesimo impulso, e tosto l'idolatria straripa in modo tale, che l'intero paganesimo si riproduce nel cristianesimo. Invano Sereno, vescovo di Marsiglia, si sforza di sopprimere le immagini nella sua diocesi; il pontefice S. Gregorio, che più non attende la risurrezione per dare il cielo agli eletti, gli impone di limitare il divieto all'adorazione delle imagini, che crede necessarie perchè il popolo veda almeno sulle mura. ciò che non sa leggere nei libri.
      Nuove feste si stabiliscono per avvalorare la progrediente illusione. I primi cristiani contentavansi di modificare l'antica Pasqua degli Ebrei, aggiungendovi la Pentecoste, l'Ascensione e il Natale. Coll'avvenimento di Costantino le feste, diventate pubbliche, si estendono per onorare gli Apostoli e i martiri più illustri; i semipagani vi trasportano le loro antiche gozzoviglie, a dispetto della Chiesa che non può raffrenare il disordine; le feste continuano ad essere giorni di fiera, di mercato, di ebbrezza, di crapula, ed anche nel 650 le donne danzano e cantano canzoni oscene sulla piazza, mentre i sacerdoti celebrano la messa nella chiesa.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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