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      Il secolo successivo si distingue da ultimo raddoppiando quasi il numero dei santi, che incarica di funzioni minutissime ed utilissime alla vita. Eransi già attribuiti a certi santi dei poteri speciali per liberarci da talune afflizioni, o per procurarsi taluni vantaggi; adesso i poteri, sottoposti a nuovo regolamento, danno una professione o un mestiere ad ogni beato: questi spegne gli incendj, quello ferma la peste; l'uno guarisce dal fuoco sacro, l'altro dal mal caduco; nessuna calamità, nessuna prosperità pubblica o privata che non obbedisca alla voce di un mago celeste.
      Nè basta, il consacrare la Chiesa; l'ascensione diretta delle anime verso il cielo la estende, l'innalza, l'ordina, e finisce coll'estollere il papa al disopra di tutti i mortali. Perchè nei cominciamenti il popolo solo creava i santi ed imponevali ai vescovi, i quali anzi si lamentavano della sua tirannia, e resistevano a stento alle sue imprudenti apoteosi. Pure essi le governavano, le collazionavano, le verificavano, mettevano d'accordo i fatti colle visioni, i testimonj colle allucinazioni, e davano un'aria di verosimiglianza alle magiche biografie inventate dal volgo. Ma nel XII secolo il pontefice Eugenio III, in più immediata comunicazione col cielo, santifica san Enrico di Francia, arrogandosi, per adulare i Francesi a lui utilissimi, una facoltà che il pontefice Urbano II aveva riputata attentatoria alla giurisdizione dei vescovi. Non spettava forse ad essi l'apprezzare la santità dei fedeli loro soggetti?


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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