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      Tanta felicità sì universalmente gradita non poteva differirsi poi d'un secolo, e Clemente VII abbreviò il periodo dell'aspettativa riducendolo a cinquant'anni, per cui nel 1350 affluirono di nuovo i pellegrini da ogni paese dell'Europa verso la capitale del mondo cattolico. La frenesia cresceva a tal punto che ad ogni giorno dell'anno santo entravano seimila pellegrini in Roma e ne uscivano altrettanti: appena si può comprendere tanto trasporto. Ne nacque che passato l'anno 1350 non seppero rassegnarsi i creditori ad attendere fino al 1400 per ottenere una nuova remissione; ed Urbano che nulla ci perdeva colmò nuovamente di gioja tutti i bettoglieri di Roma riducendo il giubileo al periodo di trentatre anni, a commemorazione della vita di Cristo. Ecco un nuovo pellegrinaggio nel 1383, altre turbe affluenti, quindi una nuova impazienza nella generazione sopraveniente, che certo non vorrà attendere il 1416, e che sarà tentata di cogliere al volo la cifra tonda dell'anno 1400. Sotto pretesto adunque che il giubileo di trentatre anni troppo affaticava la divina clemenza, fu ristabilito il periodo più lungo di cinquant'anni, e per meglio attenderlo si ricominciò a contare gli anni partendo dal 1400 con nuovo giubileo. Più tardi Paolo II non attese nè 50 nè 33 anni, e giunto al 1425 liberò alla volta sua tutte le anime del purgatorio, fissando il periodo di 25 anni che attualmente sussiste; Ma quante ampliazioni aggiunte col progresso dei tempi! S'inventarono i giubilei senza pellegrinaggio, i giubilei parziali, i giubilei all'occasione di grandi avvenimenti, i piccoli giubilei delle città, dei vescovadi, degli altari miracolosi, i giubilei venduti a contanti, trafficati in mille modi.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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