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      Egli aveva lasciato in Napoli un figlio naturale affidato a suo fratello Carlo incaricato di amministrare la sua povera fortuna: ma appena il fratello conosce l'impossibilita in cui si trova di giungere a Napoli diventa incerta la sua fedeltą al mandato e lo storico trovasi obbligato a chiamare presso di sč il figlio Giovannino. La cabala sacerdotale lo insegue poi nelle sale dei grandi; penetra nella casa del senatore Pisani, che lo ospita unitamente al figlio; con cento pettegolezzi maligni e suggestivi se gli fa intendere che pesa oltre la discrezione sulle finanze di Pisani; si fa notar a Pisani che s'impegna ad una rovinosa ospitalitą; tosto la maldicenza si estende ai suoi libri e lo accusa di aver predicata la libertą del(21) mare Adriatico a detrimento della repubblica. Disarmati da una lunga apologia manoscritta, gli occulti suoi nemici lo associano ad una setta imaginaria di ottanta gentiluomini colpevoli di burlarsi del papa, delle preghiere e dei miracoli, e si propaga che non crede alla lingua fresca di san Antonio e al legno dell'Arca che sparge un perpetuo odore di rosa. Anche questa volta egli si giustifica; ma i tre inquisitori di Stato essendo mutati, due di essi sono amici dell'ordine di Gesł, e senza consultare il terzo loro collega, lo dichiarano colpevole di frequentare le ambasciate, vivendo in casa di un senatore, e decretano la sua immediata espulsione sotto pena di morte se tocca di nuovo il territorio della repubblica. Una sera all'istante in cui rientra in casa due sconosciuti lo prendono in mezzo, gettano un fischio, si vede circondato dalla sbirraglia, coperto da un mantello e condotto in presenza di un giudice, che lo fa subito imbarcare e deporre a Crispino terra delle Chiesa.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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