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      Voi indovinate, signori, che i tribunali dell'Inquisizione ecclesiastica di Ferrara, Bologna, Firenze, Pisa e Genova erano gią avvisati del suo probabile arrivo e non eravi principato, non repubblica che potesse oramai servirgli d'asilo.
      Felicemente per lui le polizie erano allora lontane dall'attuale loro perfezione per cui simili a macchine congiunte da innumerevoli ruote si trasmettono adesso con squisita perfezione i loro rapporti da un capo all'altro dei mondo. Deposto a Crispino egli trova tosto un vetturino che lo trasporta a Modena sotto mentito nome. Ma la miseria, questa compagna indivisibile dell'esule lo insegue, lo riduce a vivere con piccolissime somme, vere elemosine spedite dai suoi amici di Venezia, e raggiunto dal figlio, si reca a Milano allora, come vi dissi, sotto il dominio Piemontese. Pareva che ivi dovesse egli respirare poichč alla fine vi trovava la bandiera di un re, maledetto dal pontefice e circondato da soldati che occupavano i vescovadi vacanti nel mentre che i suoi professori erano anch'essi condannati dalla corte di Roma. Sembrava dico che la vittima pił illustre dell'oscurantismo nazionale potessi scorgere nel principe sabaudo quasi l'unica stella d'Italia, e nella cittą di Torino ottenere quell'asilo protettore che non gli aveva rifiutato l'imperiale Vienna. Ondeggiante nell'amaro contrasto tra le apparenze e la realtą, lo storico consulta gli amici e tra gli altri il principe Trivulzi che aveva lasciato a Venezia e che lo avea(22) raccomandato a sua moglie rimasta in Milano.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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