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      Brevemente tutta la ritrattazione è fatta a sproposito; e quando dichiara che non poteva fare quanto aveva fatto senza un grande aggravio di coscienza e contravvenzione alle leggi cattoliche ed apostoliche; nessuno dubiterà della grave risponsabilità da lui presa dinanzi alle leggi cattoliche ed apostoliche che lo punivano per delitti imaginarj e per errori nei quali avrebbe potuto cadere se il re e i suoi ministri non gli avessero reso il benefizio di tradirlo e di metterlo in prigione.
      Ma il punto più strano dell'abjura si è che non vi si trova parola sul Triregno e che specialmente interrogato su quest'opera dai giudici Giannone l'enunzia col falso titolo di Regno celeste e terrestre, la descrive come un gruppo di errori non suoi, la confonde con cento altre note e manuscritti, la fa passare tra gli estratti degli autori da non leggersi mai dai fedeli e sfugge così alla necessità in cui si sarebbe trovato di formulare una vera ritrattazione.
      Il bibliotecario dell' università di Torino, Pallazzo di Selve specialmente incaricato più tardi dal marchese d'Ormea di rivedere i venti volumi circa de' suoi manuscritti ci lascia intravedere in qual modo lo storico siasi felicemente schermito da' suoi giudicci, dicendo egli espressamente che in quel processo non si pensò al Triregno, che quasi celato in un sacchetto di note s'involò alle ricerche del tribunale: e dobbiamo supporre che Giannone stesso ve lo mettesse e favorisse l'inganno, sottraendo al tribunale il punto decisivo delle sue opinioni.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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