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      LEZIONE NONALA POLITICA DI PIETRO GIANNONE.
     
      Le idee sono seduttrici, procedono colla rapiditą della luce e ben(29) le diceva l'antica filosofia raggi del bene supremo; ma la politica che cammina cogli interessi delle moltitudini, si svolge con instituzioni pesantissime le quali, simili ai macigni, stanno in piedi da ogni lato per non aver forma. Osservate nei governi liberi; le loro assemblee sono aperte ai venti dei partiti, all'onda dei pregiudizi, a discussioni lunghe, complicate, dove bastano appena gli anni per compiere il lavoro che un sol uomo finirebbe in un giorno; osservate i governi assoluti, ivi il capo deve fondarsi sulla moglie, sul figlio, sui parenti, sui sostegni della natura, per schermirsi dalla turba innumerevole delle cupidigie che lo assedia da ogni lato. Volete voi mutare il governo? Potrete sempre tentarlo, ma con chi? Siete voi liberi di sceglier gli amici? Platone č ridotto ad invocare il tiranno di Siracusa; Cesare a farsi capo di tutti gli spiantati di Roma: non maravigliatevi adunque se Giannone, nel fondo di una prigione, senza mezzi, senza confidenti, odiato dal mondo cattolico e sotto la maledizione universale degli Italiani, si fonda sulla sua petizione di Milano al re, sulla stessa sua prigionia, sulla sua medesima abjura per avviarsi alle ultime conseguenze del Triregno.
      Obbligato a render conto a sč e a tutti della calamitą che deve all'unica colpa del suo pensiero, egli chiede categoricamente: Qual č la forza della filosofia sulla terra? Come potrą essa ricominciare la carriera della civiltą? Per qual via si svolgerą essa in Italia, mettendo fine al regno papale?


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





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