Pagina (164/187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Che sussista un sacerdozio per consacrare le leggi, che sopravivano tutti i genj dell'aria usciti delle tombe cristiane e dalle apoteosi popolari, che continuino gli angeli, gli arcangeli, i santi ed i beati a sostenere la parte di Giove, di Mercurio, di Venere e di Giunone, evidentemente lo storico vi si rassegna, poichč la religione, dice egli, č di diritto naturale; ma dato altresģ il progresso della filosofia che rinnova l'antica sapienza, egli spera che i re, gli imperatori, i principi, imitando Mose, Numa, Licurgo, prevaleranno di nuovo, facendo cessare la superstizione che ha dato una spada all'errore e che gli ha costituito un trono separato. Disperando della sapienza volgare dei popoli, sempre spinti all'errore ed al vizio, a chi puņ egli rivolgersi, se non alla sapienza arcana dei capi?
      Ma per qual via questa sapienza vittoriosa nel nord dell'Europa colla Riforma, potrą penetrare in Italia e mettere un termine al regno papale? Se non risponde a questa terza interrogazione, la conclusionale č fallita o differita, e bisogna che cerchi i re, i principi, i Numa, i Licurgo che sforzeranno la Pizia di Roma a ripetere le loro sentenze, invece di riceverne da lei. Quale sarą pertanto il suo re, il suo genio tutelare? non lo ha trovato nč a Napoli nč a Vienna, non sulla piazza di Venezia, non nelle aule dei grandi a lui noti; ridotto alla necessitą di parlare dalla carcere ai suoi carcerieri, egli si prosterna dinanzi alla casa di Savoja perchč continui l'incominciata lotta contro il sacerdozio, e l'Italia trionfi alla fine di Roma.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





Giove Mercurio Venere Giunone Mose Numa Licurgo Europa Riforma Italia Numa Licurgo Pizia Roma Napoli Vienna Venezia Savoja Italia Roma