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      Nell' Osservazione XIII dice che perde l'udito, la vista, la memoria; nell'Osservazione XV, che dalla pubblicazione della Storia civile i suoi sogni sono torbidi, e diventano cogli anni terribili, spaventosi, e talmente stravaganti da non lasciargli notte alcuna non funestata dalle loro imagini; nell'Osservazione XXXVII si dice "fuori d'ogni umano commercio, privo d'ogni conforto di amici e di parenti, ed afflitto da continuo merore di animo", contro il quale lotta colle occupazioni, col passeggio, col servirsi da sč, e fin col "cucire e ricucire le cose vecchie e sdruscite".
      Aggiungasi che se la sua filosofia si chiarisce meglio, trovasi pure oppressa da tristissima incertezza. Da una parte non crede, nč che il mondo decada, nč che l'etą dell'uomo si abbrevii, nč che la sua statura s'impiccolisca; spera nella forza del vero, e dice che dovendosi al caso le pił grandi scoperte, ignorate dagli antichi, non dobbiamo disperare che a lungo andare non ne abbia il caso ad additarne altre, adesso apparentemente impossibili. Spera egli pure nella forza infinita dell'educazione, nelle vie recondite della natura sempre vittoriosa contro le finzioni dell'uomo. Ma d'altra parte egli osserva altresģ che l'uomo č animale guerriero, avido di conquiste; che il destino lo spinge alla corruzione; che nel mondo sempre prevale l'errore sulla veritą, e che tale predominio č necessario alla societą civile, eternamente condannata a subire il varioforme inganno de' capi suoi. La contraddizione non č dissimulata, scoppia da sč sotto la penna del prigioniero, che non sa risolutamente nč sperare, nč disperare: e se per noi la scienza della storia č liberissima ancora in oggi di scegliere nell'alternativa; se il progresso indefinito č per noi vera ipotesi in conflitto colla forza declinante del calore mondiale e coll'indefinita piccolezza del nostro destino in mezzo agli sterminati spazj dell'universo; se lo sperare e l'inebbriarsi di prospettive felici, e il popolare l'avvenire di sogni dorati non č per noi cosa scientifica, l'incertezza su due opposti sistemi ridotti a combattersi apertamente nelle pagine di un medesimo libro ci rivela l'agonia dello storico napoletano.


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La mente di Pietro Giannone
Lezioni
di Giuseppe Ferrari
Tipografia del Libero Pensiero
1868 pagine 187

   





Osservazione XIII Osservazione XV Storia Osservazione XXXVII