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      Così, quando i primi raggi rosati del nascente sole balzano di cima in cima, ritraendo le cose e la vita dalle tenebre notturne, l'alpigiano solitario, pur distinguendo appena la vaga indefinita fisonomia delle sue montagne, intravvede però fino dall'alba lo spettacolo vario ed immenso, onde nel meriggio luminoso sarà bella la sua contrada.
     
      La lotta per l'esistenza è legge ferrea, che sospinge senza posa l'onda eterna delle generazioni, mitigando sempre più le sue forme, dalla primitiva lotta violenta alla moderna concorrenza intellettuale, ma sempre restando, deità inesorabile, come norma suprema della vita, perchè lottare è vivere, e l'uomo che non lotta è morto o moribondo.
      Nella società questa lotta prende due diversi aspetti: l'uno comprende l'attività normale, economica o giuridica dell'individuo, l'altra l'attività anormale o criminosa. Della prima si occupano le scienze economiche, politiche e giuridiche; della seconda la sociologia criminale.
      E nella prima si manifesta l'aspetto economico della questione sociale; nella seconda, l'aspetto criminale: quello di gran lunga più arduo e più aspro di questo, ma questo pure essenziale alla vita dell'individuo e della società, perchè, acquistati gli alimenti, bisogna acquistare la sicurezza della propria persona e dei proprii diritti, alla quale provvede appunto il magistero penale regolato dalla scienza. Or bene la scienza criminale trova dinnanzi a sè, come primo fatto, una grande maggioranza di cittadini, che lotta in un modo giuridico, ed una minoranza esigua, ma facinorosa, che lotta in modo criminoso.


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La scuola criminale positiva
Conferenza nell'Università di Napoli
di Enrico Ferri
Enrico Detken Libraio Napoli
1885 pagine 42