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      Ma quello che gli si tolse d'operare coll'attività sperò d'ottenere cogli scritti; e dove prima si era posto in una lizza ristretta, ora entrato in un campo quasi senza confine, tutti gli audaci nemici del cielo e della patria provocò tremendo. Quel mirabile monumento della Divina Commedia è l'arma che impugnò. Per lei poetando non ad assopire la mente, od ammollire gli spiriti, ma come il profeta d'Israello, per iscuotere ed infocare, stabilì di recare conforto a quella fede Ch'è principio alla via di salvazione, cioè di giovare agli uomini che dalla religione di Cristo dimandano salute. Per questo effetto letteralmente ci descrive le orribili e dolorose pene riserbate al peccato o alle sue macchie, nell'Inferno o nel Purgatorio; moralmente, intanto che riprova i vizii ed accende alle virtù cristiane, ardentemente esorta perchè in Roma sia riedificato il trono dell'impero, all'ombra del quale riposi immaculata la sedia dei successori di S. Pietro spogliati d'ogni Stato terreno che li fa prevaricare, e per cui s'empie di scandalo la cristianità; e consigliando perciò gl'Italiani divisi a porre il freno di loro stessi nelle mani di Cesare, promette giustizia e grandezza all'Italia unita. Anagogicamente dimostra per quali modi si sdruccioli alla colpa e si divenga nemico di Dio; come dalle catene, in che lega il peccato, si possa l'uomo liberare colla confessione e colla penitenza, che rimettono l'anima nella grazia divina e la conducono quindi all'eterna beatitudine.
      Ecco accennati i motivi, lo scopo e tre dei quattro sensi che Dante ci fe' accorti comprendersi nella Divina Commedia: ne rimarrebbe da conoscere l'Allegorico.


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La religione e la politica di Dante Alighieri
di Paolo Ferroni
Utet Torino
1861 pagine 85

   





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