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      Allora il poeta riconoscendo che la giustizia deriva dal cielo, prega Iddio, che mirato da che provenga la cagione per la quale si č offuscato il raggio e veduto come ciņ derivi dall'avarizia del sacerdozio, invoca che un'altra volta Cristo s'adiri contro il vendere e il comprare che si fa nella Chiesa di lui. E poscia rivolto alla milizia del Paradiso, la prega di adorare per coloro che sono sviati dietro il mal esempio de' falsi ministri del Redentore, i quali fanno guerra non colla spada ma colle scomuniche, togliendo ai cristiani quel pane, quella grazia, che poi Dio non nega ad alcuno.
     
      v. 118. «Perch'io prego la mente, in che s'iniziaTuo moto e tua virtute, che rimiri
      Ond'esce il fumo che il tuo raggio vizia;
      Sģ che un'altra fiata omai s'adiriDel comperare e vender dentro al tempio,
      Che si murņ di segni e di martiri.
      O milizia del ciel, cu' io contemplo,
      Adora per color che sono in terraTutti sviati dietro al malo esemplo.
      Gią si solea con le spade far guerra;
      Ma or si fa togliendo or qui or quiviLo pan che il pio padre a nessun serra».
     
      San Pier Damiano, non pago d'aver mandato dal pergamo e dalle carte le tante querele contro la dissolutezza dei Chierici e la immodestia ed ambizione dei prelati, perfino in Paradiso non cessa di lagnarsene; chč raccontando la sua vita d'edificazione a Dante (C. XXI), esce dicendo:
     
      v. 124. «Poca vita mortal m'era rimasa,
      Quand'io fu' chiesto e tratto a quel cappello,
      Che pur di male in peggio si travasa.
      Venne Cephąs, e venne il gran vaselloDello Spirito Santo, magri e scalzi,


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La religione e la politica di Dante Alighieri
di Paolo Ferroni
Utet Torino
1861 pagine 85

   





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