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      Virgilio insegna a Dante questa gente, a cui dimanderanno consiglio. Le anime osservando muovere verso di loro Dante e Virgilio, si ritraggono tutte ai duri massi dell'alta ripa, e stettero così ferme come chi sta a guardare chi va dubbiando. Virgilio chiede indirizzo. Le anime come pecore stolte che l'una fa quello che fa l'altra «pudica in faccia e nell'andare onesta», si fanno a Virgilio, e quando veggono l'ombra di Dante indietreggiano alquanto stupefatte. Virgilio al loro maravigliare osserva che Dante, mosso da virtù divina, cerca di salire. Fra quelle anime vi ha Manfredi il quale confessa d'essersi pentito in sul morire, e che Dio l'accolse, benchè i suoi peccati fossero orribili e benchè morisse scomunicato, poichè la scomunica non ci toglie a Dio quando a lui ci rivolgiamo. - Qui altri pensieri che vengono a turbare la mente del troppo timoroso peccatore, il quale s'arresta e lentamente va incontro la grazia; e cioè che i suoi peccati troppo gravi non ritrovino misericordia nel cospetto di Dio, il quale però non la nega mai a chi veracemente si pente (Ivi, v. 55-145).
      Ragionando Dante con Manfredi, cioè giovato il peccatore dalle considerazioni che si sono dette, non s'accorge d'essere arrivato al principio della salita, che pieno di voglia prende, avvegnachè molto ardua ed angusta. Si principia l'esame (Purg., C. IV, v. 1-33).
      Dopo un piccolo tratto affaticato Dante dal cammino, dove gli conveniva usare e piedi e mani, s'arresta e domanda Virgilio come continueranno.


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La religione e la politica di Dante Alighieri
di Paolo Ferroni
Utet Torino
1861 pagine 85

   





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