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      ); e Dante lo grida onorato perchè la sua gente non va altera del fregio della ricchezza e del potere (solo le opere umane e virtuose sollevano ad onoranza vera) (Purg., C. VI, v. 58-154; C. VII e VIII interi). - Tutto ciò è veduto e inteso per mezzo di Sordello, e sono tutti consigli e mezzi apprestati per acquistare la salvezza dell'anima.
      Ma già tornava l'alba; e Dante vinto dal sonno si addormenta. Gli pare di vedere in sogno un'aquila con penne d'oro che volesse calare dal cielo. Pensava fra sè: Forse costei discende qui per costume, e forse disdegna di sollevare altronde che da questo luogo? Intanto l'aquila piomba, e rapitolo fino alle sfere del fuoco, parea che colà egli e l'aquila bruciassero. E sì lo immaginato incendio lo cuoceva che gli si ruppe il sonno. Il pensiero di questo sogno agghiaccia Dante, ma Virgilio lo conforta manifestandogli ch'erano già pervenuti a buon punto; e gl'indicava la porta del Purgatorio. E soggiungeva: Quando tu dormivi venne Lucia (la Carità) che ti sollevò e ti recò qui suso, venendo io sopra le tue orme: e fu dessa che mi fece vedere questa via aperta che mette a quella porta (Purg., C. IX, v. 1-63). - Non è disdetto al cristiano e a chi batte la via del cielo di ricercare gloria (simboleggiata nell'aquila che solleva) quando le sue imprese sieno dirette da carità: epperò lungi dal tremare di questa cura, quella carità che lo ha da guidare, gli sia anzi sprone per mondare l'anima, acciocchè si faccia più bella e più pura, e possa più brillante risplendere quel serto che a sè prepara.


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La religione e la politica di Dante Alighieri
di Paolo Ferroni
Utet Torino
1861 pagine 85

   





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