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      Così al Canto XXV, v. 109, 120, entrano i Poeti a vedere i lussuriosi; ma la fiamma che li tormentava era talmente balestrata fuori del cerchio del girone, che convenne andare esternamente ad esso per un sentiero stretto e molto pericoloso. - E ciò vuol dire che confessando questa colpa conviene andar cauti nelle espressioni per non accendere ed offendere l'anima.
      Levati di fronte a Dante i sette P., cioè confessati i peccati, che vengono perciò da Dio rimessi e cancellati, rimane la macchia che è necessità lavare, per giungere a beatitudine, colla penitenza; ed ecco l'Angelo, che stava a custodire l'ultimo girone, avverte Dante che se vuol progredire e udire il canto, onde dall'altra parte lo invita Beatrice, occorre che passi un gran fuoco che gli mostra. Dante sbigottito, dopo avere molto esitato, finalmente vi si mette dentro, soffre pensando a Beatrice, ed era tratto da una voce che diceva: Venite benedicti patris mei; e soggiungeva che affrettasse il passo mentre era ancor giorno, cioè che si solleciti di fare penitenza mentre si è ancora in vita (Purg. C. XXVII, v. 10-69).
      Si fa notte: è compiuto il periodo del pentimento e della soddisfazione. Dante e Virgilio si mettono a riposare. In sogno Dante vede una bella giovane, Lia, che andava per una landa cantando e cogliendo fiori per farsi una corona da vagheggiarsene allo specchio; e diceva che sua sorella Rachele siede invece tuttodì, e dallo specchio non leva gli occhi mai (ivi, v. 70-108) - Due modi di vita sono per quelli che vanno per la via di grazia; la vita attiva o la vita contemplativa.


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La religione e la politica di Dante Alighieri
di Paolo Ferroni
Utet Torino
1861 pagine 85

   





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