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      Virgilio rallegra Dante, che si è desto, coll'assicurarlo che in quel dì avrebbe assaporato il dolce pomo che cercava per tanti rami. Fino a che però non venga Beatrice (la Beatitudine) potrà andare, o sedere in mezzo i fiori e gli arboscelli, contemplando od operando a suo piacere, senza bisogno, per la perfezione a cui è pervenuto, che nessuno il guidi (Purg. C. XXVII, v. 109-fine).
      Dante vago di ricercare dentro e fuori la dolcissima foresta, cioè d'operare, prende senza dimora la campagna olezzante lento lento. Un'aura dolce che mai non muta, soavemente gli feriva la fronte. E intanto che le frondi tremolavano a quel fresco venticello gli uccelletti andavano cantando su per le cime dei rami. Dai lenti passi era stato portato per entro la selva tanto, che coll'occhio non poteva giungere a vedere da qual parte fosse entrato. Riscontra un quieto rivo di acque sì pure che alla vista non nascondeva nulla che tenesse al fondo. Questo rivo, che scorrendo lento, dolcemente piega ogni erba che gli nasca sulle sponde, impedisce al poeta di andare più innanzi. Quando fu venuto in sulla riva ben vi stette, ma gettò gli occhi di là per ammirare la grande varietà di fiori che vi nasceva: e vide maravigliando una donna soletta venire cantando e scegliendo fiore da fiore ond'era dipinta la via su cui veniva. Dante la prega che le piaccia di trarsi tanto avanti ch'egli possa udire il suo canto. La donna si avanza fino alla riva danzando leggiadramente, e leva gli occhi a Dante. Ella rideva mentre faceva ghirlande con più fiori che non nascono spontanei per li monti.


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La religione e la politica di Dante Alighieri
di Paolo Ferroni
Utet Torino
1861 pagine 85

   





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