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      La vita della Vera Figner è una pagina gloriosa di storia russa, che i rivoluzionari di tutti i paesi non possono e non debbono dimenticare, se vogliono comprendere tutto il valore politico, economico e sociale di una rivoluzione, che per quanto divenga di giorno in giorno più cruenta ed omogenea, essa è ancora allo stato di «ebauche», con tutte le illusioni ed i tentativi che ogni movimento sociale non completamente vittorioso, comportano.
      Quanti fiumi di sangue furono versati per la causa santa della libertà del popolo russo e, ahimè! quante vittime ancora, inghiottirà nelle sue fauci voracissime, quella lupa giammai satolla, i cui artigli poderosi solo la iena napoleonica poteva mozzare! Quando nella nostra mente cerchiamo di rappresentarci le schiere di martiri, affiliate alla «Narodnaya Volya» la potente organizzazione di combattimento del popolo russo, forse la più formidabile organizzazione rivoluzionaria che sia esistita; quando col pensiero doloroso, riandiamo commossi i tempi obliati e sanguigni in cui, pallide fatali teorie di eroi-martiri, ascendevano con balda fierezza il Golgota supremo e terribile, in cima al quale la vita e la morte avrebbero lottato un istante disperatamente, tra guizzi di corda e rantoli soffocati, sino a che l'ultimo gemito, era anche l'ultima imprecazione contro l'odioso regime ed un vaticinio di giustizia che le generazioni future avrebbero raccolto quale retaggio prezioso, oh, solo allora ci è dato intendere tutto l'alto valore del sacrificio da loro compiuto sull'altare della verità. Solo allora ci sentiamo invasi da raccapriccio e da spavento, considerando il baratro profondo che ci separa da loro.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





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